Sono passati
esattamente cinque mesi da quando un gruppo di ragazzi e ragazze
della zona ha deciso di occupare una fabbrica abbandonata da più di
vent'anni, per restituire al quartiere di Baggio uno spazio sociale,
culturale e di aggregazione . Un punto di riferimento che a Baggio –
classico quartiere periferico e popolare di Milano direttamente
coinvolto negli sporchi affari di Expo- manca da anni, dove portare
avanti valori per noi fondamentali come l'antifascismo,
l'antirazzismo e l'antisessismo.
Il collettivo del
Soy Mendel si è da subito ingrandito includendo i ragazz*
universitari che frequentano la biblioteca; i più grandi, reduci
dalle vecchie esperienze delle ultime occupazioni a Baggio, ormai di
tanti anni fa e non solo. Lo spazio era giornalmente frequentato dai
giovani ragazzi dei palazzi popolari, stacanovisti del biliardino e
da chi semplicemente voleva fare due chiacchiere prima di andare a
casa.
Il bello di Soy
Mendel è proprio questo, un gruppo di persone che non si conoscevano
ma che, condividendo l'autogestione di uno spazio sociale, hanno
imparato a viversi e a costruire insieme progetti e iniziative.
Siamo partiti senza
acqua e senza elettricità, con una montagna di macerie e le finestre
spaccate. E oggi possiamo dire con orgoglio che quel posto l'abbiamo
reso più che vivibile e che ogni singola conquista era vissuta da
noi come una gran vittoria. Indimenticabili i momenti in cui per la
prima volta abbiamo visto uscire l'acqua dai rubinetti, la prima
stufa accesa che non scaldava nessuno, la prima birra spillata al
posto della lattina del discount... potremmo andare avanti con mille
aneddoti che ripensandoci sembrano arrivare da anni di condivisione
invece che da pochi mesi.
In questo breve
periodo a Baggio era stato creato un luogo dove si sono attivati dei
corsi di Karate e Yoga, un' aula studio, un cineforum, cene
collettive, un palco che ha ospitato esibizioni teatrali, collettivi
politici, concerti e dj set. Una palestra popolare per il quartiere
era in costruzione. Eravamo in attesa della primavera per sistemare e
sfruttare il giardino affianco al nostro parco delle cave. Abbiamo da
subito dialogato con le associazioni presenti nel quartiere, cercando
di costruire qualcosa assieme utile alla comunità e da subito ci
siamo inseriti nelle lotte cittadine portate avanti dai collettivi
che condividono con noi gli stessi ideali.
Questa mattina verso
le 9.30 ci hanno comunicato che erano dentro e ci stavano
sgomberando. Nell'infame vocabolario sbirresco significava che
avevano già distrutto in pochi minuti mesi di lavori collettivi: le
finestre erano tornate giù, i sanitari erano tornati inagibili.
La rabbia è tanta ma la voglia di reagire ancora di più. Con la
mentalità che ci contraddistingue abbiamo deciso di non lanciare una
mobilitazione già stasera e di dare precedenza alle assemblee
cittadine che erano in programma. Ci siamo presi un giorno per
ragionare con la volontà di non agire presi dalla collera iniziale,
ma di usare la testa cercando di dare una risposta inclusiva,
determinata e che coinvolga il quartiere e la gente che ha
frequentato o seguito Mendel.
Non riusciremo mai a
capire le logiche con cui decidono di sgomberare un luogo pieno di
vita e socialità per rimetterlo in uno stato di abbandono. Forse
perché un edificio in disuso è il solo vicino che può avere un
altrettanto orrido cantiere di Expo lasciato marcire all'interno del
parco.
La nostra risposta
incomincia da domani sera. Alle 18.30 ci troveremo tutti assieme in
Piazza Anita Garibaldi per riportare nelle strade di Baggio quello
che è stato Soy Mendel in questi mesi.
Ci hanno tolto lo
spazio ma esistiamo anche senza mura. Ci troviamo in Piazza.
Le compagne e i
compagni di Soy Mendel